martedì 29 agosto 2017

SETTEMBRE, SI RIPARTE ........







L’ingresso al nido o all’asilo rappresenta la prima separazione tra mamma e bambino; il distacco è un’importante tappa della crescita.                                                   L’inserimento al nido o all’asilo è fondamentale perché non si può lasciare il bambino in modo brusco.   
Un bambino piccolo è sensomotorio, ciò vuol dire che per lui ciò che vede è presente, ciò che non vede non è presente.                                                                                    Un bambino con meno di 24 mesi non cerca ciò che sparisce dal campo visivo e non pensa che possa essere da un’altra parte, semplicemente perché non è in grado di rappresentarlo mentalmente in sua assenza; quindi, il genitore,dopo il giusto e utile tempo di permanenza, deve andare via e non tornare indietro: il bimbo piangerà ma dopo qualche minuto smetterà perché non lo vede più.                                                                                                                         L’inserimento al nido o all’asilo di tipo progressivo, cioè che dura 1-2 settimane serve più al genitore perché è insicuro e ha bisogno di lasciare il piccolo un po’ alla volta e ha spesso sensi di colpa che creano tensione perché lascia il figlio ad altre persone che se ne prenderanno cura; questo atteggiamento non è efficace per il bambino, bastano poche ore per due, tre giorni affinché il bimbo conosca il nuovo ambiente e le persone con cui trascorrerà la giornata e che per lui sostituiranno momentaneamente la mamma; il risultato è identico: ci sarà la classica crisi di pianto e disperazione, ma è perfettamente normale e dopo qualche minuto il piccolo si sarà già dimenticato del genitore e smetterà di piangere per dedicarsi ad esplorare il nuovo ambiente. 
 Prima di andare via il genitore deve tranquillizzarlo, dicendogli che tornerà a prenderlo presto, spiegare al bambino ciò che sta accadendo è il modo migliore per accompagnarlo in questo passaggio; ad esempio non è consigliabile distrarre il bambino per non fargli notare che la madre sta andando via; il genitore provvederà a incoraggiare e sostenere il bambino nel suo approccio alla novità, con l'aiuto dell'educatrice.                                                                                                             Non date mai per scontato che vostro figlio non capisca esattamente cosa sta succedendo, i bambini sono competenti e si può loro spiegare, anche a pochi mesi, che una novità li attende, già da qualche giorno prima: questo semplice accorgimento aiuterà tutti e due a prepararsi.
Per quanto la scelta di portare il bambino al nido possa provocare, specialmente nel caso di primo figlio, un senso di frustrazione e un latente senso di colpa, è fondamentale che il genitore sia consapevole e sicuro della propria scelta, e sappia monitorare e controllare le proprie emozioni, al fine di non trasmettere ansia al bambino. Ricordiamoci che anche i piccolissimi sanno leggere le nostre emozioni dal nostro volto!
Organizzate un piccolo rituale da fare a casa o durante il tragitto per arrivare al nido, come cantare una certa canzone, o preparare lo zainetto insieme mettendo dentro un oggetto della mamma o della persona di riferimento, oppure mettere una goccia di profumo.      Questo comportamento ha una valenza simbolica ma serve sopratutto al bambino a stemperare la tensione portando con sé un “pezzettino di mamma”.         Una valenza simile ha l’oggetto transizionale: il classico orsetto, una copertina o il ciuccio,  una cosa a cui il bambino è particolarmente legato e su cui proietta tutto l’amore e l’attaccamento per la figura di riferimento che lo tenga ancorato alla presenza (pur sempre simbolica) della mamma.
Un ambientamento sereno non può prescindere da una sana relazione fra genitori ed educatori. È importante essere ben disposti a collaborare per costruire un rapporto di rispetto e fiducia che richiede settimane, a volte mesi: il rispetto dei ruoli avrà come risultato una positiva continuità fra ambiente-nido e casa, a vantaggio del bambino che si sentirà accolto e sicuro in entrambi i luoghi.
bacino rosa colore amore Maria Rosa

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sabato 19 agosto 2017

A CASA CON MAMMA






E' nato, finalmente è qui tra le tue braccia, mamma!!                                       Un'emozione unica, potente, lo guardi e stenti a credere che fino a poco prima quell'esserino era dentro te, si nutriva di te, viveva di te; ti guarda ed è AMORE allo stato puro, travolgente e immenso!!
Ti rendi conto che è una fantastica magia: rappresenta l'AMORE diventato visibile e concreto.
Lo appoggi sul tuo ventre, sul tuo seno, lui si inebria del tuo profumo, del tuo calore, riconosce il battito del tuo cuore e si tranquillizza, cerca istintivamente il nutrimento da te che sarai la sua fonte di vita, il suo centro, il suo tutto, il suo mondo!
Poche ore dopo è già il momento di tornare a casa con lui e dare inizio alla nuova vita da mamma, a gestire il piccino, eventuali fratellini, le incombenze di casa e così via.
Il puerperio, e in particolare le prime 2-3 settimane dopo il parto, rappresenta per la madre, per il neonato e per la loro relazione un periodo particolarmente delicato.   
Nelle prime settimane dopo il parto ci si mettono anche gli ormoni a fare le "bizze", ecco che subentra una tristezza immotivata, un pianto facile, sbalzi d'umore improvvisi, questa condizione fisiologica si chiama "baby blues" e non va sottovalutata perché può sfociare in una vera depressione post-partum.
Il disagio post-parto viene venduto come naturale o come effetto collaterale della maternità, ma non è vero!
Un figlio, nonostante tanto desiderato e amato, mette a dura prova la mamma che tende a volte a sentirsi colpevole per la sua stanchezza e irritabilità e a sentirsi giudicata o non compresa dagli altri; ma perché se si rompe una gamba è autorizzata a piangere, a manifestare il suo dolore e a chiedere aiuto, mentre dopo aver messo al mondo un figlio no? 

Ecco l'importanza di figure specialistiche, come la puericultrice, che intervengono per promuovere il benessere di mamma e bebè e di tutta la famiglia, per favorire l'adattamento post-nascita e l'allattamento al seno, per aiutare-educare nella cura e igiene del piccino, moncone ombelicale, primo bagnetto e molto altro.
Le visite vengono fatte a domicilio perché la neo-mamma ha poco tempo, voglia ed energia per spostarsi da casa e perché la casa è il luogo della crescita e dell'amore, ottimale per superare e prevenire i problemi della relazione e dello sviluppo.
Il supporto a domicilio può davvero essere l'unica risorsa a disposizione della neo mamma e della famiglia. 
Come mamma di tre figli ti comprendo pienamente, come puericultrice e consulente infantile sono a tua disposizione per sostenerti, aiutarti, coccolarti e crescere insieme a TE, insieme a VOI.

un abbraccio rosa colore amore  Maria Rosa   




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